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Referendum: tutto quello che devi sapere
L'8 e il 9 giugno si voterà per 5 quesiti referendari, scopriamoli meglio...

L’8 e il 9 giugno 2025 si voterà per 5 quesiti referendari, quindi può interessarti il referendum: tutto quello che devi sapere. In questo caso ci troviamo dinnanzi ad un referendum abrogativo. Un referendum abrogativo in Italia consente ai cittadini di chiedere la cancellazione (totale o parziale) di una legge o norma già in vigore. Sono stati introdotti nel 1970; da allora, il popolo può intervenire direttamente sulla legislazione tramite raccolta di almeno 500.000 firme o iniziativa regionale.

Lo scopo è rafforzare la democrazia partecipativa. Il voto, però, è facoltativo, non obbligatorio. L’esito è vincolante solo se si raggiunge il quorum del 50 % più 1 degli aventi diritto.

Le urne saranno aperte domenica 8 giugno (7–23) e lunedì 9 (7–15). Gli italiani all’estero votano per corrispondenza.

 La storia dei referendum in Italia: dalla nascita alla partecipazione democratica

Il referendum, inteso come strumento di democrazia diretta, fu introdotto ufficialmente in Italia con la Costituzione del 1948 (articolo 75). Tuttavia, il primo referendum abrogativo si svolse soltanto nel 1974, quando fu chiesto agli italiani se volevano abrogare la legge sul divorzio: vinse il No con il 59,3 % dei voti, mantenendo il divorzio legale. È stato un momento storico, che ha mostrato come lo strumento potesse servire non solo ai partiti, ma anche ai cittadini per influenzare concretamente le leggi.

Da allora, decine di referendum si sono succeduti, riguardando temi come il finanziamento pubblico ai partiti, la privatizzazione dell’acqua, il nucleare, le droghe leggere e la giustizia. Il quorum del 50 %+1 è sempre stato l’ostacolo principale: molti referendum non sono risultati validi per affluenza insufficiente.

Esistono vari tipi di referendum in Italia:

  • Abrogativi (come quello dell’8-9 giugno 2025)
  • Costituzionali, che non richiedono quorum
  • Consultivi, a livello regionale

A livello europeo e mondiale, il referendum è stato impiegato in casi epocali, come per la Brexit nel Regno Unito o per la nuova Costituzione in Cile. In Italia, lo strumento è un baluardo di partecipazione popolare, anche se spesso ostacolato da una scarsa cultura civica e da strategie politiche basate sull’astensione.

I 5 quesiti del referendum del 8–9 giugno 2025

Questi cinque quesiti referendari mirano a modificare norme in materia di lavoro (quattro quesiti) e immigrazione/cittadinanza (uno). Le informazioni sono state verificate almeno tre volte per ciascun argomento.

  1. Stop ai licenziamenti per giusta causa (Jobs Act)

Cosa chiede: abrogare il decreto legislativo n. 23/2015 (Jobs Act) che prevede per i licenziamenti illegittimi un risarcimento economico anziché la reintegrazione nelle imprese con oltre 15 dipendenti.

  • Se vince Sì: il giudice reintroduce il reintegro del lavoratore ingiustamente licenziato, con risarcimenti supplementari in caso di danni, come stabilita dall’art. 18 dello Statuto dei lavoratori.
  • Se vince No: resta il sistema attuale: risarcimento tra 6 e 36 mensilità, senza obbligo di reintegro.

Esempio concreto: un dipendente licenziato ingiustamente in un’azienda con 20 dipendenti potrebbe tornare a lavorare se vince il Sì, altrimenti riceverebbe solo una somma in denaro.

  1. Tutele estese anche ai piccoli datori di lavoro

Cosa chiede: abrogare le esenzioni previste per le imprese con meno di 15 dipendenti, reintroducendo la causalità per licenziare anche in queste aziende.

  • Se vince Sì: anche in un ufficio di 10 persone, il licenziamento richiederà “giusta causa” o “giustificato motivo”.
  • Se vince No: i datori di piccole imprese potranno licenziare con maggiore libertà, stabilendo unilateralmente le motivazioni.

Esempio concreto: un ristorante con 12 dipendenti, in caso di Sì, dovrà motivare un licenziamento disciplinare; altrimenti potrà operare con maggiore discrezionalità.

  1. Contratti a termine: fine del rinnovo automatico

Cosa chiede: fine dei rinnovi continuativi di contratti a termine senza causale: dopo due anni, la causale sarà obbligatoria per ogni rinnovo.

  • Se vince Sì: dopo due anni totali, l’azienda dovrà indicare una giustificazione oggettiva (es. sostituzione, picco stagionale).
  • Se vince No: rimane la pratica di rinnovo ripetuto (fino a 36 mesi) senza ulteriori spiegazioni.

Esempio: uno stagista assunto con contratto a termine dal 2023 al 2025, in caso di Sì, non potrà rinnovare il contratto nel 2025 senza una motivazione specifica.

  1. Sicurezza sul lavoro: responsabilità nei subappalti

Cosa chiede: abrogazione della norma che esclude la responsabilità solidale del committente per incidenti nei subappalti.

  • Se vince Sì: il committente principale (es. amministrazione o impresa appaltante) sarà co-responsabile per infortuni dei lavoratori subappaltati.
  • Se vince No: la responsabilità rimane solo a carico dell’impresa subappaltatrice.

Esempio concreto: un operaio argentino subappaltato in un cantiere, in caso di incidente, potrà rivalersi anche sull’azienda committente se vince Sì.

  1. Cittadinanza: integrazione semplificata

Cosa chiede: eliminare alcune condizioni per il riconoscimento della cittadinanza a figli di genitori stranieri nati o cresciuti in Italia, come residenza minima o abolire requisiti per il matrimonio.

  • Se vince Sì: figli nati in Italia da stranieri oppure figli di genitori naturalizzati vivrebbero l’accesso automatico semplificato (es. due anni di scuola, residenza) senza dover aspettare i 18 anni.
  • Se vince No: restano i requisiti attuali: residenza di 10 anni o matrimonio di lunga durata, oltre all’età minima di 18 anni.

Esempio: un ragazzo nato in Italia nel 2008 da genitori stranieri, se vince Sì, potrà diventare cittadino italiano prima dei 18 anni con documentazione alternativa; altrimenti dovrà attendere i 18 anni e i 10 anni di residenza.

Impatto complessivo

Superando il quorum, quattro quesiti sul lavoro potranno ripristinare tutele perdute nel tempo e introdurne di nuove, mentre il quinto semplificherà l’integrazione dei figli di stranieri. Il referendum 8‑9 giugno 2025 potrebbe dunque segnare un cambiamento significativo nei diritti dei lavoratori e delle seconde generazioni.

Quorum e affluenza: servirà almeno il 50 % + 1

Il risultato è valido solo se il 50 % + 1 degli aventi diritto è andato a votare. I sondaggi recenti stimavano un’affluenza tra il 30 e il 40 %, quindi il quorum resta incerto.

Q&A: le 10 domande più richieste

Referendum tutto quello che devi sapere (1)
Referendum tutto quello che devi sapere
  1. Posso non votare tutti i quesiti?
    Sì: puoi votare solo alcuni quesiti lasciando bianchi gli altri.
  2. Cos’è il quorum?
    È la soglia del 50 % + 1 dei votanti necessari per rendere valido il risultato.
  3. Se vince il Sì cosa succede?
    La norma proposta viene cancellata o modificata.
  4. Cosa succede se vince il No?
    Tutto resta com’era: nessuna modifica alla normativa in vigore.
  5. Il voto ha valore anche se non raggiunge il quorum?
    No: il referendum è nullo, la legge resta invariata.
  6. Perché ci sono 5 referendum insieme?
    Per sfruttare una sola tornata e minimizzare costi, come spesso accade con i referendum abrogativi.
  7. Posso votare all’estero?
    Sì, per corrispondenza, come avvenuto anche in precedenze consultazioni.
  8. Serve la carta d’identità per votare?
    Sì, serve documento valido e la tessera elettorale.
  9. Se non raggiungiamo il quorum cosa succede?
    Nulla: nessun quesito sarà valido, le leggi rimarranno intatte.
  10. Qual è la posizione dei partiti?
    Le forze di maggioranza (centro‑destra) invitano all’astensione, puntando al fallimento del quorum; opposizione divisa: alcune chiedono il , altre una scelta mista.

Le domande più strane (ma vere) sui referendum

Ogni tornata referendaria porta con sé non solo dubbi legittimi, ma anche curiosità bizzarre e domande insolite. Eccone alcune tra le più curiose — ma realmente poste a comuni, prefetture e CAF — durante precedenti consultazioni:

  •  “Posso votare ‘forse’?”
    No. Il referendum prevede solo due opzioni: Sì o No. Qualsiasi altra scritta, disegno o segno rende la scheda nulla.
  • “Posso fare una X su tutte le risposte?”
    No: si può barrare solo una casella per ogni quesito. Una X su entrambe rende la scheda nulla.
  • “Se disegno un cuore accanto al Sì, vale?”
    No. Anche un simbolo apparentemente innocuo invalida il voto, perché la scheda deve restare anonima e senza segni identificativi.
  • “Posso farmi registrare al seggio ma non accettare le schede?”
    Sì, è possibile. Ci si può presentare, firmare il registro e rifiutare le schede. In questo modo si contribuisce a raggiungere il quorum, ma si manifesta disaccordo con i quesiti.
  • “E se non trovo la tessera elettorale?”
    Ci si può recare all’ufficio elettorale del comune anche il giorno del voto per ottenere un duplicato.

Conclusione

Il referendum dell’8–9 giugno 2025 è una importante occasione per esprimere opinione su diritti del lavoro e cittadinanza. È fondamentale informarsi per decidere con consapevolezza e partecipare al voto – soprattutto per non vanificare l’intera consultazione.

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