
Chi era davvero Shakespeare? Le 10 teorie più fantasiose e accreditate
Perché sorgono così tante teorie sulle origini di William Shakespeare? Tutte le ipotesi al vaglio.
William Shakespeare, nato nel 1564 a Stratford-upon-Avon, è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi drammaturghi e poeti della lingua inglese. La sua produzione comprende 39 opere teatrali, 154 sonetti e numerosi altri componimenti poetici. Tra le sue opere più celebri figurano Amleto, Macbeth, Otello, Romeo e Giulietta e Sogno di una notte di mezza estate. Nonostante la sua fama, nel corso dei secoli sono emerse diverse teorie alternative sull’identità dell’autore delle sue opere. Di seguito, esploreremo dieci delle teorie più fantasiose riguardanti le origini di Shakespeare. Ma chi era davvero Shakespeare? Ecco le 10 teorie più fantasiose e accreditate.
Perché tante teorie sull’identità di Shakespeare?
Perché sorgono così tante teorie sulle origini di William Shakespeare? La risposta è tanto affascinante quanto complessa. In un’epoca in cui l’istruzione era privilegio di pochi, sembra incredibile che un uomo nato da una famiglia modesta, con una scarsa formazione accademica documentata, abbia potuto scrivere alcune delle opere più raffinate, psicologicamente profonde e stilisticamente complesse della letteratura mondiale. A questo si aggiunge il fatto che pochi documenti biografici su Shakespeare siano sopravvissuti. Non esiste nemmeno un manoscritto autografo delle sue opere, e i dati storici su di lui sono frammentari.
Questi vuoti documentali hanno dato spazio a interpretazioni, ipotesi e vere e proprie teorie del complotto letterario. Alcune sono nate da un sincero desiderio di comprensione, altre da un bisogno di romanticizzare il genio. Alcune hanno basi storiche deboli ma suggestive; altre sono state smentite ma continuano ad affascinare. Ecco perché ancora oggi, sebbene la maggioranza degli studiosi concordi sull’attribuzione delle opere a Shakespeare, le teorie alternative restano vive nella cultura popolare.
Edward de Vere: il Conte poeta dietro le quinte
La teoria “Oxfordiana” è tra le più famose e articolate. Propone che Edward de Vere, XVII Conte di Oxford, sia il vero autore delle opere attribuite a William Shakespeare. De Vere era un poeta e drammaturgo affermato a corte, educato a Cambridge e ben introdotto nella cultura classica e politica del tempo. I sostenitori di questa teoria sottolineano le somiglianze tra la sua biografia e i temi presenti nelle opere teatrali: l’ambiente aristocratico, la conoscenza delle corti italiane, i riferimenti alla vita nobiliare.
Tuttavia, il grande ostacolo a questa teoria resta la cronologia: de Vere morì nel 1604, mentre molte opere di Shakespeare – tra cui La tempesta, Macbeth e Re Lear – furono scritte e pubblicate dopo quella data. I sostenitori tentano di spiegare questa incongruenza ipotizzando che le opere siano state scritte molto prima e pubblicate postume, o che la cronologia canonica sia sbagliata. Nessuna di queste ipotesi ha mai trovato conferma concreta negli archivi.
Francis Bacon: scienza, segreti e pseudonimi
Un’altra teoria molto discussa è quella “Baconiana”, che attribuisce le opere a Sir Francis Bacon, filosofo, scienziato e politico elisabettiano. Secondo i suoi sostenitori, Bacon avrebbe usato lo pseudonimo “Shakespeare” per proteggere la sua posizione nella rigida gerarchia sociale e politica dell’epoca. Scrivere opere teatrali, infatti, non era considerato un’attività degna di un gentiluomo.
Questa teoria si fonda anche sulla presunta esistenza di messaggi cifrati e codici segreti nascosti nei testi shakespeariani – messaggi che rivelerebbero la vera identità dell’autore. Numerosi tentativi sono stati fatti per decifrare questi codici, ma nessuna delle prove ha retto al vaglio della critica accademica. Inoltre, lo stile di Bacon, più rigido e filosofico, differisce notevolmente da quello brillante e teatrale di Shakespeare. Le divergenze stilistiche e tematiche rendono la teoria poco convincente per la maggioranza degli studiosi.
Christopher Marlowe: un finto morto con la penna in mano?
Christopher Marlowe è uno degli autori elisabettiani più noti, morto – ufficialmente – nel 1593 in un misterioso alterco in una taverna. Tuttavia, alcuni ipotizzano che Marlowe abbia finto la sua morte per sfuggire a possibili persecuzioni religiose o politiche, e che abbia continuato a scrivere sotto il nome di William Shakespeare. Secondo questa teoria “Marloviana”, le similitudini stilistiche tra le opere di Marlowe e quelle di Shakespeare non sarebbero casuali.
Il problema principale di questa teoria è la mancanza di prove sulla sopravvivenza di Marlowe dopo il 1593. Tutti i documenti ufficiali dell’epoca, comprese testimonianze oculari, confermano la sua morte. Inoltre, sebbene esistano affinità stilistiche (comuni a molti autori del periodo), ci sono anche significative differenze tra i due. Nonostante la sua popolarità tra alcuni appassionati, la teoria resta largamente speculativa e non supportata da dati storici affidabili.
- William Stanley, 6° Conte di Derby
Alcuni suggeriscono che William Stanley, noto per il suo interesse per il teatro e la letteratura, sia il vero autore delle opere di Shakespeare. Tuttavia, non esistono prove documentali a sostegno di questa teoria.
- Roger Manners, 5° Conte di Rutland
Proposta da Karl Bleibtreu nel 1907, questa teoria suggerisce che Roger Manners abbia scritto le opere di Shakespeare. Tuttavia, Manners aveva solo 16 anni quando le prime opere di Shakespeare furono pubblicate, rendendo questa teoria improbabile.
- Henry Neville
La teoria “Nevilliana” propone che Henry Neville, diplomatico e parlamentare, sia l’autore delle opere di Shakespeare. I sostenitori citano presunti codici nascosti nei testi e paralleli biografici. Tuttavia, la mancanza di prove concrete rende questa teoria poco credibile.
- Michelangelo Florio alias “Crollalanza”
Una teoria italiana suggerisce che Shakespeare fosse in realtà Michelangelo Florio, un italiano emigrato in Inghilterra. Il cognome “Crollalanza” sarebbe la traduzione letterale di “Shakespeare”. Tuttavia, non esistono prove storiche a sostegno di questa teoria.
- John Florio
Alcuni propongono che John Florio, figlio di Michelangelo Florio e noto linguista, sia l’autore delle opere di Shakespeare. Tuttavia, non esistono prove concrete che colleghino Florio alle opere shakespeariane.
Shakespeare era italiano? La teoria “Crollalanza”
Una delle teorie più curiose – e certamente tra le più fantasiose – sostiene che William Shakespeare fosse in realtà italiano. Secondo questa ipotesi, il celebre autore non sarebbe altro che Michelangelo Florio Crollalanza, un intellettuale siciliano o bergamasco (a seconda delle varianti) fuggito in Inghilterra per motivi religiosi. Il cognome “Crollalanza” verrebbe tradotto in inglese come “Shake-speare” (crolla → shake, lancia → spear), dando così origine allo pseudonimo. I sostenitori di questa teoria sottolineano la sorprendente familiarità di Shakespeare con l’Italia, presente in ben 14 delle sue opere, e la profondità con cui descrive ambientazioni, usanze e città italiane come Venezia, Verona, Padova e Messina, dettagli che, secondo i teorici, sarebbe stato difficile cogliere senza una diretta conoscenza del territorio.
A favore della tesi vengono citati alcuni documenti seicenteschi e le presunte affinità tra il linguaggio elisabettiano e certe strutture sintattiche tipicamente italiane. Tuttavia, nessuna fonte storica accreditata attesta l’esistenza di un tale Florio Crollalanza con le competenze, la biografia o l’attività letteraria compatibili con quelle del Bardo. Inoltre, i riferimenti all’Italia nelle opere di Shakespeare possono essere spiegati semplicemente con la moda del tempo, che vedeva l’Italia come il centro della raffinatezza culturale e politica europea. Per la comunità accademica, si tratta dunque di una costruzione affascinante ma priva di basi concrete.
- Regina Elisabetta I
Una teoria più fantasiosa suggerisce che la Regina Elisabetta I abbia scritto le opere di Shakespeare per esprimere segretamente le sue emozioni e opinioni politiche. Tuttavia, non esistono prove storiche a sostegno di questa teoria.
La regina Elisabetta I dietro le opere di Shakespeare?
Tra le teorie più sorprendenti vi è quella secondo cui la vera autrice delle opere shakespeariane sarebbe stata addirittura la regina Elisabetta I d’Inghilterra. Questa teoria si basa sull’idea che la sovrana, conosciuta per la sua grande cultura, la padronanza delle lingue e la raffinata intelligenza politica, avesse usato la letteratura teatrale come mezzo per esprimere in modo velato le sue riflessioni più intime e le sue visioni del potere. Alcuni sostenitori ritengono che i temi di genere, i travestimenti, e le riflessioni sul potere contenuti in opere come La dodicesima notte o Macbeth siano specchi delle lotte interiori e delle esperienze di Elisabetta.
Secondo questa teoria, la regina avrebbe dovuto celare la propria identità autoriale per non violare le rigide norme sociali e politiche dell’epoca, che non prevedevano un ruolo intellettuale così attivo per una donna, tantomeno per una sovrana. Tuttavia, mancano del tutto documenti storici che colleghino Elisabetta alla stesura di testi teatrali. Inoltre, non c’è alcun riscontro contemporaneo di corrispondenza, manoscritti o dichiarazioni che suggeriscano un suo coinvolgimento nella scrittura drammatica. Si tratta quindi di una teoria senza fondamento archivistico, probabilmente nata più per il fascino del mistero che per reali elementi storici. Tuttavia, l’idea di una regina-drammaturga continua ad affascinare scrittori, registi e appassionati, alimentando miti letterari e sceneggiature alternative.
- Un collettivo di autori
Alcuni ipotizzano che le opere di Shakespeare siano il risultato del lavoro di un collettivo di autori, tra cui Ben Jonson e altri drammaturghi dell’epoca. Tuttavia, la coerenza stilistica delle opere rende questa teoria poco plausibile.
Domande frequenti sulle teorie alternative su Shakespeare
Chi era William Shakespeare?
William Shakespeare è stato un drammaturgo e poeta inglese del XVI secolo, autore di numerose opere teatrali e sonetti.
Perché esistono teorie alternative sull’autore delle opere di Shakespeare?
Alcuni studiosi e appassionati ritengono che un uomo di umili origini come Shakespeare non potesse avere la cultura necessaria per scrivere opere così complesse, portando alla nascita di diverse teorie alternative.
Qual è la teoria alternativa più accreditata?
La teoria “Oxfordiana”, che attribuisce le opere a Edward de Vere, è una delle più discusse, ma la maggior parte degli studiosi la considera infondata.
Esistono prove concrete a sostegno di queste teorie?
No, le teorie alternative mancano di prove documentali concrete e sono generalmente basate su speculazioni.
Perché le teorie alternative continuano a suscitare interesse?
Le teorie alternative affascinano per il mistero e la possibilità di riscrivere la storia letteraria, anche se mancano di basi solide.
Chi è il vero autore delle opere di Shakespeare?
La maggioranza degli studiosi concorda nel ritenere William Shakespeare di Stratford-upon-Avon l’autore delle sue opere. Le teorie alternative non hanno prove storiche concrete a sostegno.
Perché si dubita dell’identità di Shakespeare?
I dubbi derivano da lacune nei documenti biografici e dall’apparente discrepanza tra le origini modeste di Shakespeare e la sua grande erudizione.
Qual è la teoria alternativa più famosa?
La teoria “Oxfordiana”, che attribuisce le opere a Edward de Vere, è tra le più note e discusse.
Esistono prove che Shakespeare non abbia scritto le sue opere?
No. Tutte le prove disponibili – inclusi registri editoriali, testimonianze contemporanee e atti legali – attribuiscono le opere a William Shakespeare.
Qual è il rischio di credere a queste teorie?
Nonostante siano affascinanti, le teorie alternative possono distorcere la comprensione del contesto storico e culturale delle opere.
Nonostante le numerose teorie alternative, la comunità accademica riconosce William Shakespeare come l’autore delle opere a lui attribuite. Le teorie alternative, sebbene affascinanti, mancano di prove concrete e sono generalmente considerate infondate.
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