Cosa ha scritto Sepúlveda?
Cultura,  Libri,  Trend

Cosa ha scritto Sepúlveda?
Chi era il grande scrittore e i nostri libri preferiti

Purtroppo il Coronavirus si è preso anche uno dei più grandi scrittori a noi contemporanei: Luis Sepúlveda. Lo scrittore, di origine cilena, si è spento a 70 anni il 16 aprile 2020 a Oviedo. Ripercorriamo insieme alcuni dei sui testi più belli. Ecco cosa ha scritto Sepúlveda.

Lo scrittore ci ha lasciati dopo più di un mese da quando aveva contratto la malattia. Si era ammalato mentre si trovava in Portogallo, dove ha partecipato al festival letterario Correntes d’Escritas. È stata la moglie, la poetessa Carmen Yanez, a confermare il contagio. Fu il primo caso documentato delle Asturie.

Chi era Sepúlveda?

Nato in Cile e trasferitosi nelle Asturie, in Spagna, parlava correttamente inglese, francese e italiano. E’ stato autore di libri di poesia, e racconti e romanzi e ha anche dedicato una parte importante della sua produzione alla narrazione per bambini e ragazzi. La nascita di Sepúlveda (si pronuncia con l’accento sulla ú, cioè Sepú – lveda ) è molto particolare e riflette il clima cileno del 1949. Luis Sepúlveda Calfucura, questo il nome completo, nacque il 4 ottobre in una camera d’albergo, mentre i suoi genitori fuggivano a causa di una denuncia contro il padre dello scrittore, per motivi politici, fatta dal ricco nonno materno. La sua vocazione letteraria cominciò a scuola, dove collaborava con il giornalino scolastico. Iniziò presto a farsi conoscere in ambito letterario e teatrale. Impegnato in politica, dopo il colpo di Stato militare di Pinochet, Luis Sepúlveda, che si trovava nel palazzo presidenziale nel quale morì Allende, venne arrestato e torturato e detenuto in una cella microscopica per sette mesi. Fu scarcerato grazie ad Amnesty International, poi condannato di nuovo per i temi che affrontava nelle sue opere, non apprezzate dal regime cileno. Alla fine commutarono la sua pena in esilio. Intraprese quindi molti viaggi, senza dimenticare il suo impegno politico a cui fu fedele tutta la vita. Dal 1996 ha vissuto in Spagna.

Sepúlveda
Luis Sepúlveda

Cosa ha scritto Sepúlveda?

Nel mare magnum delle sue opere ci limiteremo a citarne tre.

Il primo è sicuramente “Historia de una gaviota y del gato que le enseñó a volar” conosciuto in Italia come “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, storia magica per tutte le età, che affronta la vita, l’accettazione dell’altro, il coraggio e la volontà di crescere e migliorarsi. Una favola moderna che parla al cuore dei lettori, piccoli o grandi che siano. Il libro è stato trasposto anche come film d’animazione, molto noto, di Enzo D’Alò, dove Sepúlveda partecipò come doppiatore. Se volete sentire l’audiolibro c’è la possibilità di apprezzarlo su You Tube, diviso in due parti sul canale La voce dei libri (PRIMA PARTE e SECONDA PARTE).

Ecco una bellissima frase tratta dal libro:

“È molto facile accettare e amare chi è uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è molto difficile.”

Su questo filone Sepúlveda ha scritto alcune altre storie, sempre con spunti molto profondi e che vanno ben al di là della favola, come Historia de Mix, de Max y de Mex ovvero Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico e Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà.

Gli scritti autobiografici

Il secondo è “Le rose di Atacama” dove il suo impegno politico si evince dalle storie dei personaggi che si intrecciano in questa narrazione collettiva. Storie di resistenza e di vagabondaggio per il mondo, dove si palesano tratti autobiografici e racconti di vita vissuta. Si racconta di uomini e donne che scrivono la storia senza passare alla storia, emergendo con le loro vite e poi finendo nuovamente in oblio. Come le rose che, in un solo giorno dell’anno, ricoprono il deserto di Atacama. Ecco una citazione de “le rose di Atacama”:

“La certezza che la parola scritta è il più grande e invulnerabile dei rifugi, perché le sue pietre sono unite dalla malta della memoria”

Infine vi lasciamo con “La frontiera scomparsa”, dove si racconta il giovane Sepúlveda, che dopo la condanna all’esilio, deve intraprendere un viaggio, che è anche di formazione, attraverso l’America Latina. Un percorso ‘on the road’ che lo porterà in Andalusia.

“Novecentoquarantadue giorni durò il mio soggiorno in quella terra di tutti e di nessuno. Essere dentro non era la cosa peggiore che poteva succederci. Era un altro modo di stare in piedi sulla vita.”

E ora a voi, cosa vi è piaciuto di più leggere di questo grande scrittore?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *