
Nino Benvenuti: 10 curiosità sul campione del ring
Il pugile gentiluomo tra guantoni, cinema e carisma
Il 20 maggio 2025, il mondo dello sport italiano ha perso una delle sue icone più luminose: Nino Benvenuti è morto all’età di 87 anni. Ricordiamo Nino Benvenuti con 10 curiosità sul campione del ring. Benvenuti, nato a Isola d’Istria il 26 aprile 1938, è stato uno dei più grandi pugili italiani di tutti i tempi, vincendo la medaglia d’oro nei pesi welter alle Olimpiadi di Roma del 1960 e diventando campione del mondo dei pesi medi tra il 1967 e il 1970 . La sua carriera è stata segnata da match leggendari, tra cui quelli contro Emile Griffith, che hanno fatto la storia dello sport e della società italiana dell’epoca.
In questo articolo, “Nino Benvenuti: 10 curiosità che forse non conosci sul campione del ring”, abbiamo esplorato aspetti meno noti della sua vita, tratti da fonti italiane e internazionali, comprese interviste inedite e articoli esteri. Dalla sua passione per la psicologia e la filosofia al suo legame con Muhammad Ali, dalla sua carriera nel cinema e in politica ai suoi aneddoti internazionali, Benvenuti ha lasciato un’impronta indelebile in molti ambiti.
La sua morte ci invita a riflettere sull’eredità che lascia: un esempio di dedizione, eleganza e impegno che trascende il mondo dello sport. Nino Benvenuti rimarrà per sempre nel cuore degli italiani come un simbolo di eccellenza e di passione, un campione dentro e fuori dal ring.
Breve biografia di Nino Benvenuti
Giovanni “Nino” Benvenuti nasce a Isola d’Istria il 26 aprile 1938, in un periodo storico complesso, poco prima della Seconda Guerra Mondiale. Cresce in un contesto segnato da tensioni politiche e geografiche che avrebbero influenzato il corso della sua vita e carriera. Benvenuti è uno dei più grandi pugili italiani di tutti i tempi, celebre per il suo stile elegante, la sua tecnica impeccabile e la capacità di conquistare il pubblico non solo con i pugni, ma anche con il carisma.
Diventato campione olimpico a Roma 1960 nella categoria dei pesi welter, Benvenuti passò al professionismo vincendo i titoli europei ed entrando nella leggenda nel 1967 quando sconfisse Emile Griffith al Madison Square Garden, conquistando il titolo mondiale dei pesi medi. Si ritirò nel 1971 con un record di 82 vittorie, 7 sconfitte e 1 pareggio. La sua fama superò i confini italiani, trasformandolo in un’icona anche in America Latina e negli Stati Uniti, dove è tuttora rispettato come uno dei grandi del pugilato mondiale.
In questo articolo, Nino Benvenuti: 10 curiosità che forse non conosci sul campione del ring, andremo a scoprire dettagli poco noti della sua vita, tratti dalle fonti italiane e internazionali, compresi aneddoti emersi da interviste inedite e articoli esteri.
Il pugile che studiava psicologia e filosofia

Una delle curiosità meno conosciute, spesso citata solo in interviste approfondite (come quella del 2015 con “El País”), è che Nino Benvenuti era un grande appassionato di psicologia e filosofia. Durante la sua carriera da pugile professionista, dedicava il tempo libero alla lettura dei classici: Freud, Jung, Nietzsche. Non lo faceva solo per cultura personale, ma perché credeva che per battere un avversario servisse comprendere anche la sua mente.
In una vecchia intervista con la Gazzetta dello Sport, Benvenuti dichiarò: «Ogni pugno deve partire dalla testa. Se capisci come ragiona l’altro, puoi colpirlo senza doverlo odiare».
Questa filosofia lo rese celebre tra i commentatori americani, che lo soprannominarono “The Gentleman Thinker”, cioè il pensatore gentiluomo. Questa caratteristica lo rese particolarmente popolare anche tra gli intellettuali europei e tra i fan latinoamericani che amavano il pugilato più “tecnico”.
Il legame profondo con Muhammad Ali
Pochi sanno che Benvenuti era stimato da Muhammad Ali, il più iconico pugile di tutti i tempi. In un’intervista del 1978 a Sports Illustrated, Ali lo definì “uno dei pochi europei con vera classe e velocità americana”. I due si incontrarono diverse volte, ma mai sul ring: Ali era nei pesi massimi, Benvenuti nei medi. Tuttavia, condivisero interviste, eventi e discussioni politiche.
Secondo quanto riportato in una recente raccolta di interviste su ESPN Classic, Ali invitò Benvenuti a una cena riservata nel 1970 a Chicago per discutere dell’impatto sociale della boxe. Benvenuti rimase colpito dall’impegno civile di Ali, e da allora difese apertamente le posizioni antirazziste del campione americano, tanto da ricevere critiche dalla stampa conservatrice italiana dell’epoca.
Questo episodio, raccontato raramente in Italia, è stato invece ampiamente citato negli archivi storici della Boxing Hall of Fame di Canastota.
Nino Benvenuti attore, politico e volto TV
In Nino Benvenuti: 10 curiosità che forse non conosci sul campione del ring, non può mancare un capitolo dedicato alla sua seconda vita pubblica.
Dopo il ritiro dal ring, Benvenuti si dedicò al cinema: recitò in diversi film tra gli anni ’60 e ’70, spesso in ruoli che richiamavano la sua immagine da campione elegante. Tra i titoli più curiosi, “I 2 magnifici fresconi” (1969) accanto a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.
Successivamente fu protagonista anche in TV: partecipò a trasmissioni sportive, reality e persino a Campioni, il sogno, programma cult degli anni 2000, come direttore tecnico della squadra di calcio.
In politica, fu senatore della Repubblica per la Democrazia Cristiana dal 1992 al 1994. Il suo impegno si concentrò soprattutto nello sport e nella promozione della cultura del fair play tra i giovani.
Una curiosità poco nota: durante un viaggio diplomatico in Sud America, fu ricevuto da Fidel Castro, grande appassionato di boxe, che volle congratularsi con lui per il match del 1967 contro Griffith, trasmesso anche all’Havana.
Benvenuti all’estero
Tra le curiosità estere presenti su siti americani e argentini, spicca il racconto di come Benvenuti divenne popolarissimo in Argentina, dove era paragonato per carisma al pugile nazionale Carlos Monzón, che poi lo sconfisse nel 1970 in un match durissimo.
A Buenos Aires c’è ancora un club sportivo chiamato “Benvenuti Boxing Club”, fondato da emigranti italiani negli anni ’70. Il suo match con Griffith fu trasmesso nelle sale pubbliche argentine, e lui stesso fu invitato come ospite d’onore da Canal 13 in una delle prime trasmissioni sportive a colori del paese.
Un altro aneddoto affascinante: nel 1965 fu tra i primi pugili europei a firmare un contratto pubblicitario con una multinazionale americana, la Gillette, per sponsorizzare rasoi da barba negli spot in bianco e nero trasmessi durante le partite NFL. Questo lo rese celebre anche in ambienti ben lontani dal ring.
Secondo il sito statunitense BoxingScene.com, Benvenuti è tra i dieci pugili europei più citati nei programmi sportivi americani degli anni ’70, battendo colleghi inglesi e tedeschi.
Il lascito di Nino Benvenuti e perché è un’icona
La sua figura unisce sport, cultura, politica e comunicazione. È stato ambasciatore del pugilato pulito, tecnico, etico. Ha portato il tricolore italiano in contesti internazionali con eleganza e determinazione.
Il suo impatto sul pugilato mondiale è ancora oggi studiato nelle accademie sportive, come riportato in una tesi dell’Università di Colonia, in Germania. Le sue analisi tecniche sono oggetto di studio per la loro combinazione tra scuola europea e aggressività latina.
Infine, oggi, a oltre 50 anni dalla sua vittoria al Madison Square Garden, il nome di Nino Benvenuti evoca non solo potenza e tecnica, ma anche intelligenza, classe e spirito olimpico. Un campione completo, il cui fascino continua a ispirare le nuove generazioni.
La scomparsa di Benvenuti rappresenta una perdita enorme per il pugilato e per lo sport italiano in generale. La sua eleganza sul ring, la sua intelligenza tattica e il suo carisma fuori dal ring lo hanno reso un’icona amata da generazioni di appassionati. Oltre ai suoi successi sportivi, Benvenuti è stato anche un attore, un politico e un volto noto della televisione italiana, dimostrando una versatilità rara tra gli atleti del suo tempo.
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