
Cenerentola: archetipo e trasformazione di un mito oscuro
Scopri le radici esoteriche, psicologiche e mitologiche di Biancaneve e come il suo messaggio si è trasformato nei rifacimenti cinematografici più celebri
Chi non conosce Cenerentola? Una giovane maltrattata dalla matrigna e dalle sorellastre, salvata dalla magia e da un principe innamorato grazie a una scarpetta di cristallo. Ma cosa si cela davvero dietro questa narrazione fiabesca apparentemente semplice? Il lato oscuro e simbolico di Cenerentola svela una storia antica e stratificata, che parla di morte, trasformazione e rinascita. Cenerentola: archetipo e trasformazione di un mito oscuro.
Sotto la superficie scintillante si nasconde un racconto di sopravvivenza psichica, lotta contro l’umiliazione, e un percorso di individuazione profonda. In questo articolo analizzeremo il lato oscuro e simbolico di Cenerentola dal punto di vista mitologico, psicologico e simbolico, con riferimenti a Jung, ai miti antichi e al cinema.
Le origini mitologiche: da Rodopi a Psiche
Cenerentola è una delle fiabe più antiche e diffuse al mondo. La versione egizia del racconto risale al I secolo a.C. e ha per protagonista Rodopi, una schiava greca in Egitto che perde un sandalo mentre si lava in un fiume. Il faraone lo ritrova e la cerca in tutto il regno per sposarla. Un tema identico si trova anche nel racconto cinese di Yeh-Shen, datato IX secolo d.C.
Ma le radici più profonde di Cenerentola affondano nel mito di Psiche e Amore. Psiche, come Cenerentola, affronta prove crudeli imposte da una figura materna dominante (Afrodite) e viene aiutata da forze misteriose. Solo dopo un lungo percorso di trasformazione e umiliazione, ottiene l’amore divino.
Il lato oscuro e simbolico di Cenerentola è quindi legato a una dimensione archetipica profonda: la fanciulla umiliata che deve “morire” al suo vecchio sé per rinascere in una nuova identità.
Jung e l’archetipo dell’orfana
Secondo Carl Jung, Cenerentola incarna l’archetipo dell’orfana e del sé umiliato. L’archetipo dell’orfano rappresenta la condizione esistenziale della vulnerabilità e dell’esclusione. L’orfano è la parte della psiche che si sente non amata, trascurata, senza diritti.
La matrigna e le sorellastre rappresentano le forze interiori distruttive: la critica interna, l’invidia, il rifiuto. Il fuoco, dove Cenerentola è costretta a dormire e lavorare, simboleggia la fase di “nigredo” alchemico, in cui l’anima viene bruciata, purificata e trasformata. Solo passando da questa fase l’oro (la vera identità) può emergere.
Il lato oscuro e simbolico di Cenerentola ci mostra che la protagonista non è salvata dal principe, ma dal processo stesso di trasformazione interiore. La magia della fata madrina è l’attivazione dell’Anima, la guida interiore che appare solo quando la sofferenza ha purificato il sé.
Il simbolismo della scarpetta e del ballo
Cenerentola: archetipo e trasformazione di un mito oscuro, ha in se’ vari oggetti simbolici. Gli oggetti e gli eventi principali della fiaba sono simboli archetipici potenti.
- La scarpetta di cristallo: il cristallo è fragile, puro e trasparente. Simboleggia l’anima, l’identità autentica. È unica, come l’individuo stesso. Calzare la scarpa significa “trovare il proprio posto nel mondo”.
- Il ballo: è il rito di passaggio verso l’età adulta, ma anche l’accesso al regno spirituale. È una festa iniziatica, un momento di sospensione delle regole del mondo quotidiano.
- La mezzanotte: soglia tra due mondi. Quando l’orologio suona, la maschera cade, la verità torna. È la legge del tempo e del destino che richiama alla realtà.
- La cenere: simbolo di umiliazione ma anche di rigenerazione. Dalla cenere nasce la Fenice; anche Cenerentola risorge dalla sua posizione marginale.
Questi elementi mostrano come il lato oscuro e simbolico di Cenerentola sia profondamente connesso alla trasformazione spirituale e psicologica.
La famiglia distruttiva: matrigna e sorellastre
La figura della matrigna è centrale nell’archetipo della “madre negativa” o Grande Madre Terribile, già presente nei miti di Era, Ecate e Kali. È una figura che non nutre, ma opprime, manipola e distrugge.
Le sorellastre rappresentano le “maschere sociali” che si adattano al sistema, mentre Cenerentola, pur restando nell’ombra, coltiva un’identità profonda. L’odio delle sorellastre è l’invidia verso la purezza e autenticità che Cenerentola incarna.
In alcune versioni più antiche della fiaba, come quella dei fratelli Grimm, le sorellastre arrivano addirittura a tagliarsi le dita dei piedi per far entrare il piede nella scarpetta. Un gesto crudo, che mostra il desiderio disperato di aderire a un ideale che non gli appartiene.
Il lato oscuro e simbolico di Cenerentola passa quindi attraverso il confronto con la malvagità domestica e la capacità di resistere alla distruzione dell’identità.
Le trasposizioni cinematografiche più celebri
Numerose sono le versioni cinematografiche di Cenerentola, alcune più leggere, altre più fedeli al tono simbolico e oscuro della fiaba originale. Ecco quelle che meglio evidenziano il lato oscuro e simbolico di Cenerentola:
- “Cenerentola” (1950) – Disney
Una versione romantica e delicata, che però conserva alcuni simbolismi forti, come la figura autoritaria della matrigna e la solitudine della protagonista. - “Ever After” (1998) – con Drew Barrymore
Questa versione più realistica è ambientata nel Rinascimento e restituisce a Cenerentola una volontà attiva. La matrigna interpretata da Anjelica Huston è una delle più inquietanti. - “Cenerentola” (2015) – Kenneth Branagh
Pur mantenendo l’estetica Disney, questa versione esalta il messaggio centrale della fiaba: “Sii gentile e abbi coraggio”. Il dolore psicologico della protagonista è messo in primo piano. - “A Cinderella Story” (2004) – ambientazione moderna
Anche in un contesto scolastico americano, i simboli rimangono: l’esclusione, la rivalità femminile, la rivelazione finale dell’identità. - “Into the Woods” (2014)
Qui la Cenerentola di Anna Kendrick mostra ambivalenza e insicurezza. Il principe non è più salvatore, ma simbolo delle illusioni infrante.
Ognuno di questi rifacimenti ci permette di riflettere su quanto ancora oggi il lato oscuro e simbolico di Cenerentola sia potente e universale.
La forza nella debolezza: una fiaba di resilienza
Il lato oscuro e simbolico di Cenerentola non parla solo di magia e abiti splendenti. Parla della capacità di resistere alla distruzione psicologica, di mantenere intatta la propria dignità anche nella miseria. Parla della pazienza, dell’umiltà e della fede nella propria autenticità.
Cenerentola non vince perché è bella o fortunata, ma perché non si lascia corrompere dall’odio che la circonda. È una fiaba di resilienza femminile, di ritorno alla propria essenza. Il cambiamento non avviene per miracolo, ma come frutto di una lunga preparazione interiore.
Il potere trasformativo della fiaba
Analizzare il lato oscuro e simbolico di Cenerentola significa comprendere che le fiabe non sono solo intrattenimento infantile, ma strumenti antichi per narrare la crescita, il dolore e la rinascita. Cenerentola non è una passiva salvata da un principe, ma un’anima che ha saputo attraversare la sofferenza senza perdere se stessa.
Oggi più che mai, in un mondo che premia l’apparenza e la forza esteriore, il lato oscuro e simbolico di Cenerentola ci ricorda che la vera forza è nella gentilezza e nell’autenticità. E che ogni cenere nasconde una scintilla pronta a rinascere.
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